Preghiera e Liturgia

Natività della Beata Vergine Maria 2023

MariaBambina«Quasi aurora consurgens!».
Come l’alba che sorge.

 
Lo spettacolo più bello che il popolo cristiano può offrire è senz’altro quello della propria fede. E la Beata Vergine Maria oggi ci fa da guida per il nostro incontro con il Signore Gesù. Celebriamo la Festa della Madonna del Popolo, la cui immagine si venera da secoli nella nostra Chiesa Cattedrale.

Santa Maria, intercedi per il popolo di Verona.

La notte del peccato e della maledizione da secoli gravava sulla terra da secoli; il mondo come un grande infermo era tormentato dal suo male implacabile. Il diluvio dell’acqua, il diluvio del fuoco, le guerre, le pestilenze non erano bastate a trattenere l'uomo dalla rovina: i re erano diventati mostri feroci e l'ingiustizia, la rapina e la corruzione regnavano in ogni paese. Tutti sentivano la necessità di un Salvatore, tutti disperatamente lo invocavano. Ed ecco, da due vecchi e santi genitori, per miracolo di Dio, nascere una bambina: era Maria, dalla quale doveva nascere Gesù, il Redentore. Era l’alba che saliva dal cielo di Palestina ad annunziare al mondo ammalato che la guarigione era vicina. «Quasi aurora consurgens!» - come l’alba che sorge. Quanti secoli l’avevano aspettata e chiamata con le lacrime e con sospiri!

L’aveva attesa il secolo di Adamo e non la vide se non simboleggiata nell’albero della vita: come quella pianta portava un frutto vitale, così Maria avrebbe portato agli uomini morti per il peccato, il frutto vitale del ventre suo, Gesù.
L’aveva attesa il secolo di Giacobbe e non la vide se non simboleggiata nella scala apparsa nel sonno al Patriarca: come quella scala attingeva e terra e cielo, e gli angeli di Dio potevano per essa discendere, così Maria avrebbe unito nel suo seno la terra e il cielo ed in Lei, prendendo carne, il Figlio di Dio avrebbe potuto discendere a noi.
L’aveva attesa il secolo di Mosè e non la vide se non simboleggiata nel roveto ardente e inconsumabile: come quel roveto poteva dar fiamme e non bruciare, così Maria avrebbe potuto dare alla luce il Figlio di Dio senza cessare di essere vergine.
L’aveva attesa il secolo di Gedeone e non la vide se non simboleggiata nel vello misterioso: e come quel vello poté rimanere asciutto quando tutta la campagna intorno era intrisa di rugiada, e poté rimanere irrorato quando tutta la campagna intorno era secca, così Maria Vergine fu preservata dal peccato mentre tutto il mondo ne era immerso e fu irrorata di grazia quando il mondo ne era privo.
L’aveva attesa il secolo di Noè e non la vide se non simboleggiata nell’arca: come quella Arca fu l’unica cosa preservata dal diluvio delle acque, così Maria doveva essere l’unica creatura preservata dal diluvio del peccato.
Dopo tanto patire, dopo tanta attesa, dopo tante lacrime venne la pienezza dei tempi e nacque la Madre del Salvatore. «Quasi aurora consurgens!» - come l’alba che sorge.
I patriarchi dal cielo videro la sua culla e gioirono perché ormai era vicino Colui che avrebbe a loro schiuso la porta del Paradiso. Gli angeli dal cielo videro la sua culla e discesero a volo per venerare colei che doveva essere la loro Regina.
Videro quella culla anche i demoni e tremarono poichè era nata Colei che non avrebbero potuto vincere in nulla, Colei che contro di loro sarebbe stata terribile più di un’armata schierata a battaglia.
Perciò ha ben ragione la Chiesa di invitare tutti i fedeli a questa solennità. E se degli altri Santi si celebra solo la morte, è giusto che di Maria si celebri anche la nascita, perché fin dal suo primo istante Ella fu tutta pura, perché fin dal suo primo istante Ella superava in santità ogni altra anima. «Fundamenta eius in montibus sanctis». Salmo 86,1.
Con devozione curviamoci anche noi sopra la culla di questa celeste Bambina e pensiamo che essa è la prima fra tutte le creature, la prima nella mente di Dio, la prima nella grazia, la prima nella vittoria, la prima nella misericordia. «Ego primogenita ante omnem creaturam» Eccl 24,5. Intanto ripetiamo con la Chiesa: «La tua nascita, o Madre del Signore, fu la gioia di tutto il mondo. Da te doveva nascere il sole di giustizia, Gesù, che squarciando la tenebra della maledizione, avrebbe portato la luce dell’amore. Da te doveva nascere il Redentore, Gesù, che vinta la morte, ci avrebbe recato la vita».

La prima nella mente di Dio.
Fin dall’eterno Dio conosceva la storia degli uomini. Conosceva come Adamo, creato in un paradiso di delizie, avrebbe peccato. Conosceva che il suo Figlio divino, spinto dall’amore, avrebbe assunto la carne umana per salvarci. Ed ecco che fin da allora Egli pensava a Maria da cui sarebbe nato Gesù; fin da allora egli la amava sopra tutti gli esseri possibili. «Prima ancora che esistessero gli angeli, e prima ancora che esistesse il mondo sopra i suoi cardini Maria era già ordinata nella mente e nel cuore di Dio. Il Creatore non aveva ancora distesi i cieli turchini, né al mare aveva assegnato i termini, e pure Maria già era. Gli abissi non c’erano, non c’erano i monti immobili sulla loro mole, non c’erano le sorgenti delle acque, eppure Maria già era nel pensiero e nell’amore di Dio» Pr 8. Avrebbe facilmente potuto il Signore creare cieli più belli, e un mondo più grande, ma far nascere sulla terra una creatura migliore di Maria, questo non avrebbe potuto farlo. «Ego primogenita ante omnem creaturam» - Io sono la primogenita prima di tutte le creature.

La prima nella grazia.
Mirabile è il prodigio compiuto da Dio per le preghiere di Giosuè, quando in una sera di battaglia fermò il corso del sole; ma più mirabile è il prodigio che Dio ha compiuto per l’amore di Maria: davanti a Lei ha fermato il peccato perché in nessun momento fosse priva di grazia. Per questo la salutiamo: «Piena di grazia». Grande è il prodigio compiuto da Dio per il popolo eletto, quando per scamparlo dall’ira del faraone gli divise il Mar Rosso e lo fece passare a piedi asciutti; ma più grande è il prodigio compiuto per Maria: davanti a lei ha diviso l’onda limacciosa del peccato che macchiò e macchia l’anima di ogni uomo che viene al mondo, e Lei sola passò illesa. Per questo la salutiamo: «Piena di grazia». Ma ancora molto di più, Iddio ha fatto per Maria, riunendo in Lei ciò che al mondo non si può riunire: la verginità e la maternità. Il frutto è il prodotto del fiore: quando viene il frutto il fiore scompare. Invece in Maria la bellezza del fiore rimane con l’utilità del frutto, la verginità con la maternità. «In flore Mater, in partu Virgo».

La prima nella vittoria.
Joab stringeva l’assedio intorno alla città di Abila: impossibile era ogni resistenza ed ogni speranza. Tutta la città doveva morire. Quand’ecco da uno spalto delle mura appare una donna che grida agli assediatori: «Uditemi, uditemi! Che Joab si accosti alle mura ed io parlerò con lui». Il generale si accostò e la donna saggia gli rivolse la parola: «Tu vuoi dunque sterminare la città e far perire ogni madre?». Rispose il guerriero: «Sono senza pietà, fuorché a un patto: datemi la testa di Seba, il traditore». Allora quella fragile donna corse in cerca di Seba, gli tagliò la testa, e gettandola fuori dalle mura gridava: «Ecco la testa del traditore». E la città fu liberata cfr. 2Sam 20. Cristiani, questo episodio può avere un profondo significato simbolico. Il demonio, l’antico traditore, ci aveva rovinati tutti e tutti dovevamo cadere nelle mani della giustizia di Dio, come gli abitanti di Abila nelle mani di Joab, il forte. Ma ecco sulla nostra terra maledetta levarsi una Donna e parlare con Dio: «O Signore, vuoi dunque sterminare le tue creature e far perire ogni anima?». Non questo voleva il Signore, ma solo che l’infernale traditore fosse vinto. E fu Maria la vittoriosa: l’unica che ha schiacciato la testa al serpente antico. Per lei fu liberata la terra dalla maledizione, come per la donna saggia fu liberata la città di Avila dall’assedio. Eva soggiacque a Satana e ci diede la morte; Maria tagliò il capo a Satana e ci diede la vita.

La prima nella misericordia.
Nei dintorni di Bètharram, piccolo villaggio di Francia, vi è un esile ponte di legno, disteso sopra un profondo e sassoso torrente. Una volta che il torrente, ingrossato dalle piogge, rumoreggiava, passò su quel ponte una fanciulla: le venne una vertigine e precipitò invocando Maria. In quel momento stesso che chiamò la Madonna, sentì sotto le sue mani un ramo; aggrappandosi a quello, poté salvarsi. Accanto a quel luogo, la pietà dei fedeli eresse un santuario, ove la fanciulla graziata offerse un ramo d’oro. Ed ancora oggi a Bètharram si venera la Vergine del ramo d’oro Vita di Ozanam pag. 340. Se fosse palese la storia di ogni uomo, quanti dovrebbero appendere al santuario di Maria un ramo d’oro! Solo un giorno, in Paradiso, conosceremo la misericordia di Maria. Vedremo allora tutte le volte che la Madonna ci ha salvati dalla morte improvvisa, dal disonore, dalla miseria, dal peccato. Vedremo allora tutte le volte che eravamo lì per cadere nel torrente profondo, dell’inferno e che la Vergine ha posto sotto le nostre mani un ramo d’oro, aggrappandoci al quale riuscimmo salvi. Vedremo: e sarà un grido di meraviglia e di riconoscenza che eromperà dal nostro cuore: «Maria! Tu sei Madre di Misericordia».

Un ebreo in esilio, ebbe una notte questa visione. Vide scaturire dalle tenebre del sonno una piccola sorgente ed una fiammella: ma poi l’acqua e la luce aumentarono così che divennero un gran fiume che irrigava tutta la terra ed un gran sole che irraggiava su tutta la terra Ester 10,6. Questa visione si può applicare a Maria. Quando Ella nacque, nessuno degli uomini si accorse che intorno a quella culla si svolgevano i destini dell’universo: oggi quella celeste Bambina è il fiume di grazie che disseta tutte le anime, e il sole di verità che dissipa tutte le eresie. Oggi il suo nome si ripete fin nei deserti riarsi dell’Africa, fin nelle selve dell’Asia; oggi non c’è popolo che non abbia l’altare di Maria; oggi tutte le generazioni la chiamano beata.

Sia lodato Gesù Cristo.
 
Sac. Giovanni Colombo, Pensieri sui Vangeli e sulle feste del Signore e dei Santi,
vol. III, Vita e Pensiero 1940.


Supplica alla Madonna del Popolo.
O Madre e Regina del popolo,
per quella fede che ti guidò nella tua altissima missione
di cooperatrice nella redenzione del genere umano
e per quella assoluta fedeltà con cui hai compiuto
la tua opera di umile serva,
ottienici dal Signore una profonda e sicura fede
che illumini la nostra vita terrena e ci guidi al cielo.

Santa Maria, prega per il popolo di Verona.

O Madre e Regina del popolo,
per quella incrollabile speranza
che ti sorresse nei momenti più gravi della tua vita terrena:
dalle ansie di Nazareth allo squallore di Betlemme,
dalla persecuzione di Erode allo smarrimento di Gesù, fino ai piedi della croce,
ottienici dal Signore una piena fiducia nella Provvidenza,
perché la nostra vita superi vittoriosamente
le prove del combattimento spirituale
e sia fatta degna della ricompensa eterna.

Santa Maria, soccorri il popolo di Verona.

O Madre e Regina del Popolo,
per quell’immenso amore che nutristi verso il Signore,
accettando con generosità ogni prova per la salvezza dell’umanità,
ottienici un ardente amore verso Dio
e una sincera carità verso il prossimo,
perché figli dello stesso Padre e uniti al tuo cuore di Madre,
possiamo accettare la croce che il Signore ci affida
come fonte di meriti per la vita eterna.

Santa Maria, intercedi per il popolo di Verona.

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