Omelie

Mamma Noemi: "Sii moglie e mamma dal cielo, come lo sei stata sulla terra".

«Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla».

È proprio vero, Signore: c’è un tempo per nascere e un tempo per morire, c’è un tempo per piangere e un tempo per ridere, c’è un tempo per serbare e un tempo per buttare via, c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare, c’è un tempo per la vita e un tempo per la morte. Quanto lo stiamo sperimentando in questi giorni, quanto lo sta sperimentando Tiziana e tutti i parenti di Noemi, che sentono ora il vuoto di una presenza grande, una presenza sempre viva, una presenza che infondeva fiducia e sicurezza nella vita. «Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello: il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa!». Morte e vita: che grandi realtà, Signore, quale grande mistero di amore hai preparato da sempre per i tuoi figli, che grande progetto per me, per Noemi e per tutti noi… troppo alto, Signore e noi non lo comprendiamo. Eppure nel suo Libro, il saggio Quelet ci ha detto così: «Dio ha fatto bella ogni cosa, ha messo la nozione di eternità nel nostro cuore, senza però che noi possiamo capire l’opera compiuta da Dio dal principio alla fine. Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c’è nulla da aggiungere, nulla da togliere».

Ieri mi chiedevo: ma che cosa ha veramente vinto nella lunga vita di mamma Noemi? Cosa ha veramente vinto sabato quando ha detto con un filo di voce: «Vado dal papà», quando ha aperto le sue braccia e il suo cuore a Dio e al caro marito Albino, che ha amato per 55 lunghi anni? Cosa sta vincendo in noi oggi, adesso, in questo momento forte di preghiera e di saluto? Io credo e sto sperimentando che non sta vincendo la morte, ma sta veramente vincendo la vita! E vorrei, e spero che anche per ognuno di voi oggi sia veramente così. Guardiamo solo per un istante alla vita di Noemi: una vita normale, fatta di gioie e anche di dolori sempre vissuta nella quotidianità della sua casa; una vita spesa interamente per la famiglia, la sua famiglia di origine anzitutto. Rimasta senza la sua mamma a 8 anni ha donato il suo amore a tutti, Conoscendola in questi ultimi anni mi verrebbe da pensare che lei veniva sempre per ultima, perché prima venivano gli altri; una vita spesa nella bontà e nella generosità e nell’umiltà; infine la sua fede semplice e genuina nel Dio della Vita: la Messa domenicale sempre e in questi ultimi anni in questa nostra Chiesa del Cimitero, dove aveva un sorriso e una parola per me e per tutti quelli che la avvicinavano. E ora si è lasciata andare alla volontà del suo Dio che sentiva vivo e presente nella sua vita.

Abbiamo scelto, per la celebrazione di oggi, il Vangelo delle Beatitudini: io credo che Noemi ha vissuto qui sulla terra lo stile profondo delle Beatitudini di Gesù. La parola beatitudine nel Vangelo, significa felicità e gioia: la vita per Noemi avrà avuto anche i suoi sacrifici, ma sempre per raggiungere un meglio, un di più. Ecco il suo vivere nella serenità e nella gioia. Tre beatitudini di Gesù mi sembra si adattino molto bene alla figura di Noemi:
«Beati i poveri in spirito» – gli umili - perché di essi è il Regno dei cieli .
«Beati i miti» - quanti dicono in questi giorni che era buona - perché erediteranno la terra.
«Beati i misericordiosi» - la generosità con tutti – perché troveranno misericordia.
Queste parole non vogliono celebrare o incensare una persona, ma diventare per ognuno di noi testimonianza e lezione per la vita, la nostra vita qui sulla terra ogni giorno, per prepararci alla Vita che non ha fine.

Allora credo che, piano piano, stia prendendo forma in noi la Parola del Signore che abbiamo ascoltato poco fa. Che cos’è la morte? La morte non è quello che pensiamo noi, la morte è un’altra cosa. Noi ci auguriamo, anzi sappiamo, crediamo che Noemi non è morta, perché la morte è lontananza da Dio. Se uno è vicino a Dio, è vivo sia che sia morto, sia che è vivo. Ed è nella beatitudine, cioè nella vera gioia. E questo funerale allora? Non è sicuramente celebrazione della morte, perché la morte non va celebrata…mai! Anche se la morte è un momento importante e che ci fa sperimentare l’assenza dei nostri cari, ma una assenza che diventerà più acuta e viva presenza. È invece un momento di festa perché ci uniamo alla festa nella quale mamma Noemi sta entrando. Quindi non possiamo avere il volto triste, nel momento in cui la stiamo accompagnando nel suo trionfo! Perché trionfo? Perché sappiamo che era una donna di fede. Sabato Gesù le avrà sicuramente sussurrato all’orecchio: «Ciao carissima Noemi, tu mi hai riconosciuto e mi hai amato mentre eri sulla terra, adesso io ti accolgo in Paradiso. Da ora custodirai tutti i tuoi cari in un modo diverso e più profondo».E lei sicuramente gli avrà risposto: «Signore, sono qui, sono pronta per Te»!

La fede ci aiuta a credere che morire non è la fine di tutto, ma è un nuovo inizio. La vita allora e l’affetto di noi tutti non termina qui, su questa bara. Questa allora non è la bara di una defunta, ma la culla di una nuova nascita. Dopo Cristo, ogni tomba è una nascita, dove si ricomincia sempre. Ogni morte è la nascita in Cristo per l’eternità. Ecco allora la conclusione del Vangelo delle Beatitudini: «Rallegratevi, esultate, siate nella gioia… perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Un ultimo pensiero allora: dovremmo uscire da questa celebrazione diversi da come siamo entrati. Siamo entrati forse con pensieri di tristezza, di dolore, di morte… Dobbiamo uscire con altri pensieri, con un’altra visione, con un altro cuore soprattutto, perché chi crede non può solo soffrire, ma deve credere nella vita, essere contento e sperare sempre. E tutto questo diventa per noi non solo testimonianza di vita e di fede, ma anche grande spinta per andare avanti, per credere e vivere questi grandi valori e ideali.
È questa la certezza che ci aiuta ad andare avanti in questi giorni, lei vive ora vicino a Te e vive nei nostri cuori. E tu, carissima Noemi, sussurra al nostro cuore che sei ancora viva, grida con forza che la morte è stata vinta e fa’ che sulla tenebra del nostro lutto risplenda luminosa la speranza. Tu ci lasci in pianto per un momento, perché questa nostra vita è come un soffio, grida che la fede ti ha salvato, che la sua speranza non t’ha deluso, di’ che il dolore è solo via per giungere al Signore, gioia pura. No, non sei morta sorella, vivi nel Signore che è la vita, vivi nei nostri cuori per sempre. vivi e cammina insieme con noi… Vivi con il tuo adorato Albino, vivi con Tiziana e con tutti i tuoi cari, non lasciarli mai soli, posa sul loro volto la tua dolce carezza, sii moglie e mamma dal cielo… come lo sei stata qui sulla terra.

LETTURE.
Qo 3,1-15 «C’è un tempo per conservare le cose».
Sal 23 (22) «Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla».
Mt 5,1-12a «Beati sarete voi».

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